Scuola della Confraternita dei Greci
Il museo trova posto nell'antica Scuola di San Nicola dei Greci, opera della seconda metà del XVII sec. di Baldassarre Longhena. Il museo dell'Istituto Ellenico, per qualità e quantità di opere raccolte, rappresenta una delle più importanti collezioni nel suo genere al mondo. Conserva circa ottanta icone bizantine e postbizantine comprese in un arco temporale che va dal XIV al XVIII sec., con una particolare rappresentanza di maestranze greche stabilitesi a Venezia, come il celebre Emanuele Zanfurnaris e Michele Damaskinos, il maggiore dei pittori di icone veneto-cretesi del cinquecento. Dopo l'inarrestabile e drammatica caduta dell'esangue impero bizantino (29 maggio 1453), di fronte all'inarrestabile avanzata del giovane sultano Mehemed II il Conquistatore, saranno i frammentati territori delle Serenissima ad assolvere la funzione di centri di elaborazione della cultura ellenica. Ciò verrà particolarmente per la città lagunare, la quale, per molteplici ragioni, venne ritenuta dai Greci, l'erede diretta e la legittima continuatrice dello spirito bizantino. Infatti, Venezia sarà di frequente scelta, quale terra d'esilio, da numerosi umanisti e pittori greci. Per questi ultimi si rivelerà particolarmente fecondo l'incontro con l'arte figurativa veneziana, tanto che nelle loro opere, ancora rigidamente rispettose della tradizionale «maniera greca», traspariranno nuovi moduli espressivi.
Sono inoltre presenti arredi sacri ed altri oggetti di culto greco ortodosso di pregio.
Questo confronto dialettico tra tradizione ed innovazione servirà da filo conduttore al grande sviluppo delle elaborazioni artistiche post-bizantine. E’ evidente l'importanza che ebbe la Comunità greca, costituitasi come Confraternita nel 1498, anche in questo versante, come mediatrice del confronto culturale.
Ma prima ancora di Venezia vi è un altro territorio, possedimento veneziano sino al 1669, anno della conquista turca, che svolgerà una importante funzione mediatrice tra l'arte orientale e quella occidentale: l'isola di Creta. L'analisi delle opere conservate nel Museo dell'Istituto Ellenico della città lagunare, pone in risalto le radici cretesi di quest'arte sviluppatasi nella Comunità greca - veneziana dal XV al XVIII secolo.
L'isola di Creta dopo la caduta dell'impero, divenne un importante centro letterario e artistico dove i pittori elaborarono con caratteri propri le loro opere, divenendo eredi diretti dell’aulica tradizione costantinopolitana. I caratteri peculiari della produzione artistica della scuola cretese non si allontanano mai dalla tradizione canonica sancita dai concili, ma sono riconoscibili dal desiderio velatamente espresso di possedere una luce deificante e sovraluminosa, ormai sfumata e ottenebrata.
Infatti, molto spesso, le figure esprimono nei loro volti la desolata devastazione del vivente che le circonda; al realismo della trascendenza si sostituisce il tragico realismo dell’assenza di Dio in un mondo che precipita verso il nulla, dopo essere stato disgregato e anatomicamente sezionato dalla mente umana.
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